lunedì 18 maggio 2009

Il suono del silenzio

Si sentì irrompere nel silenzio un sommesso tintennio di chiavi intente ad aprire una porta. Era un suono che tante di quelle volte si era stampato nell'aria che l'animale riuscì a riconoscere così bene che era sicuro di chi fosse. Il suo padrone infatti stavo entrando in casa con aria relativamente allegra. Sul suo viso infatti non era spiaccicato nessun sorriso, eppure i contorni del volto, i movimenti facciali, i suoi occhi brillanti lo facevano sembrare tutt'altro che triste. Nazim entrò con i suo soliti movimenti sbandati come se stesse sempre camminando con un animale che gli gironzolava fra i piedi. Era il peso della cartella che gli dava impiccio, nonchè quel suo solito andamento che lo faceva sembrare sempre sul punto di cadere. Era strano come potesse un ragazzo dare tante impressioni aprendo semplicemente una porta, eppure, lui, ci riusciva. Alla fine riuscì ad entrare in casa incappando nei suoi grossi piedi, buttò la cartella sul primo piano stabile che vide (e se non ci fosse stato, anche a terra sarebbe stato lo stesso...), posò le chiavi, si tolse il cappello con la visiera rivolta verso la nuca e percorse il corridoio con estrema agilità. Attraversò il salotto, la cucina leggendo distrattamente un messaggio che recitava
"Tornerò più tardi. Devi solo riscaldare il pranzo" e si fiondò sulla sedia del computer. Tutte azioni di rotuine, anche quelle si erano quasi fissate nell'aria, come se fosse di una facilità estrema ripetere quei movimenti. Come rivedere la stessa scena di un film un milione di volte, alla fine perde completamente senso. Ma a Nazim ora pesava solo la stanchezza delle sei ore passate tra i banchi di scuola, prevalentemente ad annoiarsi. Passò in rassegna ai suoi soliti siti web: l'e-mail, vari blog che seguiva, il sito di qualche cantante....anche quelli sembravano aver perso senso, anche se cambiavano constantemente, rivederli ogni giorno portava comunque a uno stato di noia profonda. Pensò quanto il ripetersi continuo di azioni ripetitive potesse cancellare parecchie cose. Ma Nazim in quel momento provava una sensazione strana. Era come se fosse pieno di cose da raccontare, da dire, come se per una buona volta volesse che anche il silenzio ascoltasse i suoi pensieri. Era seduto sulla solita sedia della sua più che vecchia scrivania a riguardare siti visitati centinaia di volte, e questo accadeva ogni giorno. Aveva paura che la sua vita in un certo senso gli stesse scorrendo dentro senza cambiare nulla in lui. Nel migliore delle ipotesi, non sarebbe mai invecchiato. Gli piaceva guardare il lato positivo delle cose, di qualunque cosa. Fissò ancora per un attimo lo schermo affogando nei suoi pensieri, quandò incominciò il ritmo della sua vita che era certamente più "dinamico" del precedente, ma sembrava non toccarla affatto. Forse aveva disimparato cos'era il cambiamento....cosa significava cambiare davvero le cose...... Così si stese sul suo letto, si tolse lentamente le scarpe e rimase con i calzini di quel giorno. Era quasi una sensazione inebriante per lui stare steso sul letto con magari dei jeans larghi e una t-shirt a respirare tutte le energie perse fin'ora e a dispedere un po' di quel sonno che avev accomulato. Chiuse lentamente gli occhi. Era come lo svolgimento di una dolce processione che portava a uno stato sereno dell'anima. Accarezzava dolcemente i suoi piedi e si trascinava pian piano le gambe, giocando allo stesso tempo con le dita delle mani. Poi aprì gli occhi, li richiuse, e li aprì di nuovo. Si sentì fremere i piedi. Si ripose seduto sul letto e si trascinò su uno accanto, quello della sorella. Si ripose seduto anche lì ma questa volta con le gambe incrociate, e incominciò a fissare il suo animale domestico. Il suo gatto. Era come se conoscesse a memoria ogni minimo movimento del suo corpo,ogni sua minima ondulazione del pelo, ogni sua mossa....era come conoscere se stesso. I suoi occhi verdi si riflessero in quello gialli del gatto che sembrava avere un'aria abbastanza annoiata, o comunque scontrosa nei suoi confronti. Ma Nazim non si scoraggiò, così alzando leggermente la testa incominciò a parlare....
- Vedi, oggi ho preso un altro 4 in Latino. Non fa niente, non m'importa, non me ne frega niente. Ma dovevi vederla quella sua faccia da vipera inasprirsi nel peggiore delle sue espressioni, come se avesse ingoiato un rospo vivo durante il mio silenzio alle sue domande. Ancora non mi capacito di come certe professoresse riascano a concentrare...o meglio... a dimostrare tutta quella cattiveria in un sol volto, capisci? E quasi....diabolico, sì, proprio da un malvagio represso e sadico.
Silenzio. Il gatto di tutta risposta incominciò a muovere la coda in movimenti ripetitivi come spazientito. Ma la pausa fu breve...
- D'altronde...dal punto di vista cosmico non importa a nessuno no?. Sì, insomma, forse dal punto di vista "scolastico" va malaccio, ma dal punto di vista cosmico? Dovremmo analizzare tutto da un punto di vista cosmico secondo me....- cercava di concivecere più se stesso che con il vero intento di parlare Nazim. Ancora silenzio. Questa volta fu più lungo, ma terribilmente piatto. Il gatto dal suo canto non faceva una piega. Ora teneva solo un espressione un po' più...da "gatto" come piaceva definirla Nazim, ovvero con le palpebre leggermente distese e le pupille molto ristrette. Fu quello sguardo a rompere il silenzio....
- Oggi quasi mi scoppiava il cuore. Si è seduta vicina a me sai? Quella ragazza, dio quanto mi piace!. Con tutte le cose che un ragazzo vorrebbe fare con una ragazza, io sarei già al settimo cielo se potessi stringergli le mani, capito? Le sue mani sono perfette! Sono bianche bianche e con dita ne troppo sottili e ne troppo grosse, ma e come se chiedessero affetto, un bisogno impellente di protezione. Oggi per poco non gli e le prendevo e gli e le stringevo tra le mie. Ho sempre paura che...- piccola risatina- si scigliessero tra le sue. Purtroppo per quanto sembriamo così vicini, la sento molto distante, e questo mi fa morire.....in un certo senso-
Altra pausa riempita da un placito silenzio. Il gatto chiuse gli occhi come ad assentire mentalmente a una domanda mai posta. Ma Nazim come se non fosse successo nulla continuò il suo discorso, o meglio, come se il gatto avesse risposto
- E poi quando sorride....e....splendido, ma come fanno i poeti a trovare tutte le parole migliori per descrivere la bellezza della loro amata? Io non ne sarei capace...o melio...penso che dovrebbe esistere uno strumento per la comunicazione che permetta di far capire al meglio ad un'altra persona tutti i tuoi sentimenti, compreso l'amore. Come si fa a esprimere l'amore semplicemente a parole? C'è una limitazione troppo grande, non si può! Capisci che intendo? - rivolgendosi con lo sguardo sempre al gatto - E una sofferenza non far capire a qualcuno nel modo più facile ciò che....- . Il silenzio irruppe nel suo cuore. Non c'è la fece a terminare la frase.
- Eppure è strano, non provo quegli stati fisici quando la vedo per cui....sai quei palpitii al cuore,quel bruciore di stomaco....io sento...mi sento bruciare gli occhi, o forse illuminarsi, non so bene, io sento qualcosa agli occhi, come se cambiassero colore o....o magari così desiderosi di guardare che non vorrebero mai chiudersi ne perdersi un attimo di quella visione.....-
Il discorso questa volta cadde in un silenzio commosso. Nazim chiuse gli occhi e fece un profondo respiro...
- Oggi devo andare a lezioni di conservatorio. Già me l'immagino quello sguardo pieno di rammarico quando finirò il pezzo della prof. Lo so, lo so andrò male. Quegli stupidi tasti non hai idea di quanto sono duri, e una continua lotta con i tasti il pianoforte, altro che musica, l'eccellenza, la bellezza, la migliore foma d'arte, e una lotta continua in cui il più forte e il più bravo...è odioso, non lo sopporto. Per quanto ti sforzi, ti alleni, ti eserciti il pezzo uscirà sempre con qualche errore qua e là, un semitono non suonato, un lento troppo veloce, quel dito che scappa e si perde tra i tasti e tu che ti maledici ancora con la tua mente che urla "No, diamine hai sbagliato ancora!". La cosa peggiore e che sei così concentrato sul pezzo e sulle sue note che non ti accorgi quasi della musica che senti, così godono solo gli altri! E se sbagli? Nemmeno quello! Quindi a che serve??? E uno schifo il piano per quelli come me, uno schifo.....
Il silenzio del gatto pesava di una noia che si poteva notare praticamente in ogni suo gesto e azione ormai: quello sbattere lento della coda, il respiro piano e regolare, quel movimento degli occhi adagio e mantenendoli quasi sempre semichiusi, il movimento repentino delle orecchie ma che sembrava accordarsi perfettamente in quella monotonia. Nazim si concetrò su un filo di spago scappato dall'intreccio che ne componeva il copri materasso e che attirava ora la sua attenzione, mentre i suoi pensieri rifuivano lenti come quel silenzio. Incominciòa incrociare e a intrecciare le dita in movimenti che inondavano il silenzio di un nervosismo sommesso.
- E poi li dovresti vedere gli altri, i musicisti intendo, con tutti quei loro sorrisi sfacciati sulla faccia, quella loro siurezza che si sentirebbe a dieci miglia di distanza, quel movimento delle loro dita........-
Il silenzio questa volta si era riempito di rabbia, e il gatto in tutta risposta aveva rilassato le sue palpebre e disteso le sue pupille. Nazim incominciò ad accarezzarsi i piedi con movimenti leggeri e a fissare le sue mani...
- Oggi, sai cosa ho visto? Un fiore...anzi, dei fiori. Sono i più bei fiori che abbia mai visto. Sono bianchi, aperti a mò di stella, bianchi e all'interno con sfumatore rosa-violacee e con piccoli pallini retti da quegli strani steli all'interno. E un fiore splendido, mi ha fatto...sorridere, prima che entrassi, ero contento. Se sò della continua esistenza di quel bellissimo fiore sarò felice. Non credi sarebbe tutto più semplice seguendo questa filosofia di vita?
Il silenzio era penetrato negli animi di entrambi i presenti in quella stanza, si era impossesato dei suoni e ne aveva creato malinconici ricordi e sensazioni che poche volte il silenzio concede. Nazim squadrò per un'ultima volta il gatto, come ad aspettarsi di ricevere una risposta. Il gatto non si mosse nemmeno dopo quelle parole perse nel silenzio, come se non fosse cambiato proprio nulla che lo potesse anche solo lontanamente interessare. Così il ragazzo alzò un braccio verso di lui, gli acarezzò dolcemente la frante come aveva fatto fin'ora con i suoi piedi, e il gatto emise delle leggerissime fusa alzando a più non posso la piccola testa. Poi si voltò di scatto verso il pavimento, piegò in un gesto atletico l'intero suo corpo e con un salto balzò sul pavimento, e uscì dalla stanza.
Nazim non si poteva aspettare miglior risposta.

venerdì 15 maggio 2009

" Qualcuno con cui correre...."


Non sia mai detto che giudichi un libro dalla sua copertina eh.....però certo và detto che questa copertina fà proprio schifo!. E anche il titolo non pregiudica certo una storia allegra....eppure dalla trama non sembrava male, e infatti lo è stato eh!!! Però, però, però....
Per carità, mi è piaciuto, davvero, ma ci sono delle precisazioni da fare. Ma incominciamo dagli aspetti positivi di questo romanzo...

1. La trama: originale, sostanzialmente emozionante, profonda, triste ma non troppo, mai banale, è molto, molto interessante, che con i suoi misteri intrinseci, le sue problematiche di attualità affrontate praticamente dal vivo, e alcuni personaggi davvero singolari riesce a trascinarti verso una fine un po' aspettata, ma con entusiasmo ed emozioni che solo libri come questi possono trasmettere.

2 . I personaggi: solo per quanto riaguarda i principali, quelli che insomma hanno fatto da protagonisti alle intere vicende, sono riscontrabili le solite caratteristiche di un adolescente tipo: imbranato, impacciato, timido, noioso....ma per quanto riguarda Assaf, mentre c'è da dire che LA protagonista è decisamente più interessante. I suoi pensieri e riflessioni durante le sue esibizioni, e comunque durante tutto il romanzo, nutrono il libro di uno spessore quanto mai poetico, che affascina il lettore anche più giovane trascinandolo nelle vicende che animano questo libro nel suo profondo, nelle tematiche, come ho già detto, che fanno risaltare le problematiche di un mondo a tutti conosciuto ma allo stesso tempo quasi ignorato: la droga, lo sfruttamento minorile, la povertà, l'adolescenza. Che dire, protagonisti unici nel proprio genere, per via del fatto che comunque l'adolescenza viene sempre affrontata secondo me da un livello sbagliato, accuse continue di una generazione ormai in decadenza e senza via di recupero, quando questo libro affronta senza spregiudicare i giovani per le loro scelte ma anzi incolpando proprio la classe degli adulti di questo loro sfrontato e ingiusto giudizio.

3. Lo stile: non l'ho proprio apprezzato. Non ho letto altri libri di questo autore (David Grossman), quindi non posso giudicare in modo appropriato. Per intenderci: non è uno di quei libri che apprezzi per la sua "chiarezza" nel raccontare la trama. Le continue riflessioni e pensieri dei personaggi irrompono in alcuni momenti rompendo un po' le emozioni e rendendo la storia non ben intepretabile, sopratutto per chi come me non ha proprio un grande intuito. Le descrizione per lo meno a me hanno lasciato a desiderare, quelle poche che c'erano. I dialoghi un po' confusionale, ma essenzialmente rari anche quelli, si basava molto più sulle "azioni" e "pensieri". La struttura è quella che mi piace meno, capitoli che durano centinaia di pagine divise in paragrafi con una coesione logica che non ti permetteva di fermarti dove volevi, ovvero se interrompevi dopo un paragrafo ti ritrovavi che il successivo continuava il senso logico dell'altro così da costringerti a ripetere la lettura dei precedenti. Perchè lo metto tra gli aspetti positivi? Perchè di scrittori che scrivono male c'è ne sono tanti, ma tanti davvero, e Grossman non mi sembra proprio tra questi.

Gli aspetti negativi non c'è bisogno di elenacarli. Prima di tutto i personaggi secondari , solamente citati e pensati dai protagonisti e comparsi in pochi paragrafi, hanno influito poco o niente sulla storia (beh, non tutti ovviamente) non contribuendo nemmeno a ricostruire una descrizione psicologica e introspettiva dei personaggi che secondo me viene ampiamente ricavata dai dialoghi e dalle lunghe ma luuuuuunge riflessione che interrompono un po' la continuità della storia. Per carità, non erano tutte noise, ma alcuno proprio sì!. Le descrizioni....beh, non so perchè alcuni scrittori si ostinano a non descrivere proprio nessuna caratteristica fisica dei personaggi, ma solo quelle pù importanti o particolari. Di Assaf se capito solo che è alto, alto, alto , Tamar pelata con occhi belli e dita lunghe (....), il fratello anche lui alto, alto, alto con dita lunghe (...), gli altri....zero, nada, nihil, nothing! Non un caratteristica fisica particolare, non un filo di descrizione sociale, psicologica, economica, niente!. Sentivo un vuoto quando ero costretto a immaginarli certi personaggi. Ma vabbè, sembra una preoragativa degli scrittori ormai non descrivere per niente i personaggi quindi se non alro Grossman sarà tra questi. Per il resto, i dialoghi, le scene "cult", le descrizioni della realtà drammatica di Gerusalemme, nonchè il finale non mi hanno proprio fatto impazzire, ma la trama mi piaceva tanto che ha compensato il tutto. Quindi, facendo un po' di calcoli, la mia valutazione finale è.....

Voto Finale: 7- , ovvero: tipico libro che ti assegnerebbe la prof da leggere durante l'estate, ma più interessante!!

venerdì 8 maggio 2009

Introduzione...

Sapete quei giorni in cui non si ha nulla da fare, la noia ti impedisce di fare ogni cosa e i pensieri si rattrapiscono nella tua mente ripetendosi in modo lento e monotono, quei momenti in cui ti senti quasi costretto a fissare il vuoto per ore e ore come alla ricerca do qualcosa da fare....e poi.... eccola che arriva! L'ispirazione migliore della tua vita, che ti spinge a fare qualcosa di incredibilmente folle e insensato che in altri momenti diresti "Non lo farei nemmeno se mi pagassero!" , l'atto più egoistico che potresti compiere per riempire le tue ore di noia spasmodica, qualcosa che fan ormai tutti ma che tu non hai mai osato fare pensando " Cose che non mi interesseranno mai e poi mai....". Ecco! Ora, in quei precisi momenti, ti interessano più di quanto immagini. Così ho deciso di creare un blog. Ma non è un semplice blog, è molto meno di così....(?) e una lunga raccolta di interminabili e disinterressantissime cazzate. Sì, capito bene, cazzate! ci, a , zeta, zeta, a, te! Cazzate!. Sapete quelle storie sceme che uno legge qua e là quando non ha niente da fare per internet, che non hanno alcun significato, ne profondo, ne tondo, ne piatto ne quadrato?. Non ho certo intenzione di scrivere come passo le giornate, diciamocelo una volta e per tutte.... ma a chi interessa sapere di come passa le giornate un tipo eremita e completamente sconosciuto? Interessa a qualcuno? NO! Eppure...non ci crederete....ma c'è qualcosa di ancora meno interessante! Le mie storie (o cazzate, come preferite)! No davvero, sarebbe molto più divertente sapere come passo le giornate! Vi è andata male!
Ma con un titolo scemo come questo blog, ma che cosa potevi aspettarti? (ma che nessuno i permetta di offendere la descrizione!)
Ma allora vi direte...ma che sto leggendo a fare cose che anche lo stesso autore descrive come "cazzate"?!?!?!. Beh, un certo signore ha detto che "tutto è relativo" (e per intenderci, dico signore non perchè sappia chi sia ,è!), e se è vero, allora anche una cazzata può dimostrarsi un capolavoro. La bellezza risiede negli occhi di chi la guarda (ok , basta con ste frasi idiote...)
E sentendomi come un piccolo "autore" e come tale dovrò dimostrare, finalmente, non qualcosa a me stesso ma agli altri, accettando qualsiasi critica....che non superi il "Superfantasmagorico" si intende!
Ovviamente scherzo, basta che dosate le vostre critiche in maniera modesta, insomma non esagerate! Basta scriverlo solo anche una volta " E proprio una cazzata!" o " Ma che cagata" o " Dovrebbero levarti internet per non farti pubblicare certe stro..." o " Era meglio se fissavi il vuoto..." et similia.....ah! Regola assoluta " qui è vietato l'uso del latino, se non da parte mia" ! Chiaro?
Ovviamente, potrà capitare che non scriva solo racconti, ma anche recensioni, commenti, critiche e pensieri su dei qualsiasi avvenimenti che possono accadere a me, e/o anche ad altri, argomenti che scuotono il giudizio di massa generale e che ognuno sento il desiderio di commentare e spregiudicare....
Commenterò certamente anche libri, film, musiche, con la mia solita sconsiderata ignoranza negli argomenti trattati, lasciando semplicemente spazio al mio "senso del gusto", per altro sempre, ma sempre contrario o diverso al giudizio di tutti!
E chissenefrega! Il blog è mio, no???
Un punto a mio favore è quando avrete un emorragia interna per la lettura dei miei racconti e/o recensioni ,è proprio il fatto che non dovrete aspettarvi nulla di che! Non sono scrittore e ho solo 16 anni! Cosa ti puoi aspettare da un "principiante scrittore" sedicenne?!?!? Niente no?!?! Allora prima di commentate leggetele bene, queste premesse...ma sopratutto...l'immagine del soffione non è a caso.....e se non avete capito il concetto, leggete il racconto precedente....e se non avete ancora capito di cosa sto parlando, lasciate stare sto blog!!!

PS= Se vi và, ad accompagnare le mie cazzate c'è un mini lettore bluastro nella colonna destra del blog (d'altronde, una c'è ne!) con musiche scelte da me. Se non vi va bene, accendete allora il vostro personale mp3!!

giovedì 7 maggio 2009

La forza di un soffio

Il soffione è un fiore particolare. E quasi spaventoso che per la sua smisurata legerezza e delicatezza, che sembra sfociare in un senso di inconsistenza, riesca sempre e comunque a rimanere fiero e dritto sul suo stelo, come se anche il resto del mondo sia incredibilmente dolce e fievole come lui, non si sente a disagio tra le numerose guerre, sofferenze, disgrazie e altri avvenimenti disumani che contribuiscono a appesantire e affogare questo mondo nel suo completo dolore, come se non appartenesse realmente a questo mondo....o....come se dovesse rappresentare il fiore più forte del mondo. Ed è qui che si incontra il suo vero particolare, perchè per quanto il soffione possa imitare l'essenza stessa forza, rimane un fiore del tutto inconsistente. Come può reggere il peso degli interi dolori del mondo, ma non resistere a un semplice soffio di vento? Cosa lo fa desistere sotto un attacco del tutto insignificante come un soffio? Può essere mai un soffio più forte di un assasinio? Di un terremoto? Di un uragano?
Quasi visibile il movimento leggiadro dell'aria nel suo incontro con la materia bianca che costituisce l'essenza della belezza del fiore, e pur di non fermare il suo passaggio non lo lascia certo integro e intatto. Avviene così una quanto più delicata rottura. A poco a poco i petali del fievolo fiore volano piano nell'aria circostante, incominciano a danzare con il vuoto in movimenti leggeri ma di un intensità unica nel loro moto, che nutriscono lo sguardo di sentimenti inestimabili. Lo sgurdo rubato ritrova e osserva ogni più piccolo movimento di ogni minuscolo petalo, che a poco alla volta si staccano pian piano da dove son nati per affrontare l'aria che li circonda che nella sua immensità l'accoglie. E sempre con la stessa lentezza si stacca l'ultimo petalo per unirsi a suoi compagni in quell'unica danza che è accompagnata dal vento, dal tuo sguardo, e dal mondo che ormai li circonda.
E quel che ne resta del soffione è un brutale vuoto....
Questa è la forza di un soffio....