venerdì 15 maggio 2009

" Qualcuno con cui correre...."


Non sia mai detto che giudichi un libro dalla sua copertina eh.....però certo và detto che questa copertina fà proprio schifo!. E anche il titolo non pregiudica certo una storia allegra....eppure dalla trama non sembrava male, e infatti lo è stato eh!!! Però, però, però....
Per carità, mi è piaciuto, davvero, ma ci sono delle precisazioni da fare. Ma incominciamo dagli aspetti positivi di questo romanzo...

1. La trama: originale, sostanzialmente emozionante, profonda, triste ma non troppo, mai banale, è molto, molto interessante, che con i suoi misteri intrinseci, le sue problematiche di attualità affrontate praticamente dal vivo, e alcuni personaggi davvero singolari riesce a trascinarti verso una fine un po' aspettata, ma con entusiasmo ed emozioni che solo libri come questi possono trasmettere.

2 . I personaggi: solo per quanto riaguarda i principali, quelli che insomma hanno fatto da protagonisti alle intere vicende, sono riscontrabili le solite caratteristiche di un adolescente tipo: imbranato, impacciato, timido, noioso....ma per quanto riguarda Assaf, mentre c'è da dire che LA protagonista è decisamente più interessante. I suoi pensieri e riflessioni durante le sue esibizioni, e comunque durante tutto il romanzo, nutrono il libro di uno spessore quanto mai poetico, che affascina il lettore anche più giovane trascinandolo nelle vicende che animano questo libro nel suo profondo, nelle tematiche, come ho già detto, che fanno risaltare le problematiche di un mondo a tutti conosciuto ma allo stesso tempo quasi ignorato: la droga, lo sfruttamento minorile, la povertà, l'adolescenza. Che dire, protagonisti unici nel proprio genere, per via del fatto che comunque l'adolescenza viene sempre affrontata secondo me da un livello sbagliato, accuse continue di una generazione ormai in decadenza e senza via di recupero, quando questo libro affronta senza spregiudicare i giovani per le loro scelte ma anzi incolpando proprio la classe degli adulti di questo loro sfrontato e ingiusto giudizio.

3. Lo stile: non l'ho proprio apprezzato. Non ho letto altri libri di questo autore (David Grossman), quindi non posso giudicare in modo appropriato. Per intenderci: non è uno di quei libri che apprezzi per la sua "chiarezza" nel raccontare la trama. Le continue riflessioni e pensieri dei personaggi irrompono in alcuni momenti rompendo un po' le emozioni e rendendo la storia non ben intepretabile, sopratutto per chi come me non ha proprio un grande intuito. Le descrizione per lo meno a me hanno lasciato a desiderare, quelle poche che c'erano. I dialoghi un po' confusionale, ma essenzialmente rari anche quelli, si basava molto più sulle "azioni" e "pensieri". La struttura è quella che mi piace meno, capitoli che durano centinaia di pagine divise in paragrafi con una coesione logica che non ti permetteva di fermarti dove volevi, ovvero se interrompevi dopo un paragrafo ti ritrovavi che il successivo continuava il senso logico dell'altro così da costringerti a ripetere la lettura dei precedenti. Perchè lo metto tra gli aspetti positivi? Perchè di scrittori che scrivono male c'è ne sono tanti, ma tanti davvero, e Grossman non mi sembra proprio tra questi.

Gli aspetti negativi non c'è bisogno di elenacarli. Prima di tutto i personaggi secondari , solamente citati e pensati dai protagonisti e comparsi in pochi paragrafi, hanno influito poco o niente sulla storia (beh, non tutti ovviamente) non contribuendo nemmeno a ricostruire una descrizione psicologica e introspettiva dei personaggi che secondo me viene ampiamente ricavata dai dialoghi e dalle lunghe ma luuuuuunge riflessione che interrompono un po' la continuità della storia. Per carità, non erano tutte noise, ma alcuno proprio sì!. Le descrizioni....beh, non so perchè alcuni scrittori si ostinano a non descrivere proprio nessuna caratteristica fisica dei personaggi, ma solo quelle pù importanti o particolari. Di Assaf se capito solo che è alto, alto, alto , Tamar pelata con occhi belli e dita lunghe (....), il fratello anche lui alto, alto, alto con dita lunghe (...), gli altri....zero, nada, nihil, nothing! Non un caratteristica fisica particolare, non un filo di descrizione sociale, psicologica, economica, niente!. Sentivo un vuoto quando ero costretto a immaginarli certi personaggi. Ma vabbè, sembra una preoragativa degli scrittori ormai non descrivere per niente i personaggi quindi se non alro Grossman sarà tra questi. Per il resto, i dialoghi, le scene "cult", le descrizioni della realtà drammatica di Gerusalemme, nonchè il finale non mi hanno proprio fatto impazzire, ma la trama mi piaceva tanto che ha compensato il tutto. Quindi, facendo un po' di calcoli, la mia valutazione finale è.....

Voto Finale: 7- , ovvero: tipico libro che ti assegnerebbe la prof da leggere durante l'estate, ma più interessante!!

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